Il caso Benetton: finalità etica o azione shock?

Benetton ha recentemente lanciato, fedele alla sua tradizione, una nuova campagna pubblicitaria social-shock.
In alcune grandi città come New York, Tel Aviv, Parigi, Roma, Milano sono comparsi maxi poster che raffigurano alcuni leader politici mentre si scambiano baci appassionati: Barack Obama e Hu Jintao, Merkel e Sarkozy, ecc. Tuttavia l’immagine di maggior impatto è il bacio tra il Papa e l’Imam de Il Cairo.
Queste immagini vogliono evocare un messaggio importante, quello della lotta all’odio e della tolleranza fra i popoli. Un concetto legato soprattutto all’urgenza di completare il processo di pace in Medio Oriente e nei paesi asiatici.
È vero che Benetton in questo modo veicola un messaggio di responsabilità sociale?
Il dubbio sorge spontaneo se pensiamo al metodo non convenzionale scelto per la diffusione della campagna stampa: il guerrilla marketing. Una promozione temporanea e ad “imboscata” che mira a sbalordire il pubblico con azioni provocatorie per ottenere una buona risonanza fra i media e il ricordo dei consumatori.
Tutto questo induce a pensare che dietro ad un intento sociale si mascheri la volontà di far parlare di sé, mettendo in atto soltanto un’azione shock.