Quale libertà di stampa?
Il diritto all’informazione viene troppo spesso sacrificato sull’altare della cosiddetta “sicurezza nazionale”: un esempio su tutti, le azioni legali intraprese contro Edward Snowden, l’analista della NSA (National Security Agency) reo di aver divulgato informazioni sensibili di interesse pubblico.

Non sorprende Formula advertising (agenzia comunicazione e marketing Torino) che, secondo l’ “Indice mondiale della libertà di stampa”, rispetto al 2013 gli Stati Uniti siano passati dal 33esimo al 46esimo posto e che il Regno Unito, colpevole di pressioni sul quotidiano Guardian e sul giornalista Glenn Greenwald, abbia perso tre posizioni.

Il Giappone ha perso 5 posizioni a causa dell’adozione della legge sul segreto di Stato, il Marocco taccia spesso i giornalisti di “terrorismo” e Israele sacrifica la libertà di informazione per la sicurezza nazionale.
In fondo si posiziona il “trio infernale” Turkmenistan, Corea del Nord ed Eritrea, Paesi in cui la libertà di stampa è inesistente.

Nell’Unione Europea la situazione non è cambiata rispetto al 2013, con la Finlandia a guidare la classifica.
E l’Italia?

Pur rimanendo nella categoria “libertà di stampa parziale”, il punteggio è migliorato leggermente, da 33 a 31, grazie alla diminuzione dell’auto-censura e al calo dell’influenza degli introiti pubblicitari nei contenuti.

Buona notizia da Formula advertising (agenzia comunicazione e marketing Torino).